Neanche il tempo di parlare di Wolfram Alpha che Microsoft sta per proporre, data prevista il 3 giugno, il suo nuovo motore "decisionale" bing.
Che il classico motore di ricerca, diciamo Google per dire tutti, cominciasse a non soddisfare a livello qualitativo tutte le ricerche cui veniva sottoposto, probabilmente se ne erano accorti un po' tutti i surfers, dal più esperto al neofita. Ormai per mettere le parole chiave per ottenere, almeno nei primi risultati, la risposta desiderata sembra sia necessario chiamare un paroliere alla Bartezzaghi.
Niente di nuovo sotto il sole virtuale, visto che l'overflow di informazioni è sempre stato un tallone d'Achille dei motori di ricerca in genere.
Proprio sfruttando questo particolare momento di incertezza di Google, il suo più acerrimo nemico, Microsoft è pronto ad affondare, il 3 giugno, un colpo importante con il suo Bing.
Prima di continuare, per capire di cosa stiamo parlando, un rapido tour.
Insomma, forse usando il lateral thinking, Microsoft ha ripensato il motore di ricerca partendo da una nuova organizzazione logica delle risposte. Neanche il tempo di dire "che ti serve" che già partono i percorsi possibili e potenzialmente utili.
Difficile parlare di un prodotto senza averlo testato, sarebbe come fare una domanda e non avere una risposta.
Quindi per ora possiamo solo dire...
Let it bing
Il fenomeno dei social network, facebook per capirci, nel nostro Paese sta avendo il tipico successo italiota delle mode.
Basti pensare a quello che è successo con i cellulari: in pochi anni siamo diventati i maggiori "consumatori" di cellularità, in una maniera smisurata.
Si vede che l'italiano ha un bisogno spasmodico di comunicare, a volte anche morboso, che ha anche le sue controindicazioni.
Con facebook per esempio si è verificato un aumento dell'utenza internettiana, anche da parte di chi era completamente a digiuno di connettività.
Gli utenti inesperti che non hanno familiarità con il mezzo spesso incappano in ingenuità in quanto privi della malizia che contraddistingue chi naviga in rete da anni.
Su facebook ci sono profili aperti, foto e dati sensibili accessibili al primo clic, a disposizione del primo utente con intenzioni non ortodosse.
E spesso l'utente neofita non ha neanche idea della situazione a cui si espone e dei rischi che sta correndo, visto che i libretti di istruzioni, anche quelli on line, nella maggior parte dei casi servono a raccogliere polvere.
Un mezzo immediato e di facile comprensione è il video. Ben vengano allora, a tutela della privacy video come questo, semplici, con poche e chiare informazioni.
Un servizio di pubblica utilità.
http://www.youtube.com/watch?v=qftVsc6-3l4&feature=featured
http://www.youtube.com/watch?v=flm1HicnYYo&feature=channel
Anche perché poterbbe succedervi anche questo...
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/01/marc-giornale-le-tigre-facebook.shtml?uuid=acc414cc-e340-11dd-acbd-857b7cd398b0&DocRulesView=Libero
Che poi facebook manipoli e strumentalizzi i dati personali come molti affermano, è un altro discorso. Il Grande Fratello non è certo figlio del social network, magari cugino.
L'ultima domanda (titolo originale: The Last Question) è un
racconto breve dello scrittore di fantascienza Isaac Asimov.
La storia narra dell'evoluzione di un computer
chiamato Multivac e del suo rapporto con l'umanità, spiegato attraverso sette
diverse ambientazioni storico-temporali. La prima si svolge nell'anno 2061. In
ognuna delle prime sei ambientazioni uno dei personaggi pone al computer una
domanda, cioè come si possa affrontare la minaccia alla sopravvivenza umana a
causa della morte termica dell'universo. Così come gli stessi personaggi della
storia riconoscono, la domanda è equivalente a dire: "Può la seconda legge
della termodinamica essere invertita?". Ogni volta il computer si trova
nell'impossibilità di rispondere, affermando di avere "dati insufficienti per
una risposta significativa" (da wikipedia)
Un po’ come quando a volte si interroga Google e si deve
fare una ricerca nella ricerca per arrivare al risultato che si sta cercando. Il
tasto “mi sento fortunato” ha un po’ le funzioni di una mascotte di una squadra
sportiva, e il principio guida della navigazione è quello della serendipità,
che non è assolutamente inteso in un’accezione negativa, a volte. Google con il suo
motore di ricerca in questi anni ha creato il vuoto, ma la domanda a cui non si
trova la risposta è: si può migliorare? Sicuramente! Ma come?
Forse con il nuovo motore di ricerca Wolfram Alpha, dal nome del professore dell'università
di Harvard, un fisico britannico, che lo ha creato e sta per lanciarlo
gratuitamente in rete nelle prossime settimane.
L’idea è fornire risposte “umane”, cioè ragionate, come le potrebbe dare
un’altra persona. Ambizioso, decisamente. HAL 9000? Multivac? Computer di bordo
di Star Trek?
Per ora prepariamoci le domande. Le risposte arriveranno,
forse