Il mio supermercato sa tutto di me. Sa cosa mangio, sa quando lo mangio, sa se avrò amici a cena, se partirò per il week-end, sa quando vado in vacanza. Sa anche se sono o sarò sovrappeso, se ho maggiori o minori probabilità che il mio colesterolo si alzi e se rischio l'ipertensione. Sa tutto dei miei gusti, delle mie abitudini e dei miei programmi, molto più di quanto non sappiano i miei amici, il direttore della mia banca, mia mamma, i miei collaboratori ed i miei clienti.
Il mio supermercato, quello che mi ha regalato la tessera per raccogliere i punti, tessera che un giorno mi darà diritto a ricevere una pentola, un set di asciugamani con i fiorellini e forse (se sarò fedele) persino le coppette per i gelato, sa di me cento volte quello che Facebook, Twitter, Friendfeed, Fourquare, Gowalla, Linkedin e gli altri cento "socialqualcosa" ai quali sono iscritto sapranno mai.
Però il mio supermercato non è su internet, non vive in quella scatola oscura, per labirinto popolato da mostri, quella buia dimensione parallela che tutto inghiotte. E ciò è tanto rassicurante.